Tutto l'elenco dell'Islam
1

Per coloro che si schierano in ranghi,

2

per coloro che respingono con forza,

3

per coloro che recitano il monito :

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«In verità il vostro Dio è Uno,

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Signore dei cieli e della terra e di quello che vi è in mezzo, il Signore degli Orienti!» .

6

Invero abbiamo ornato di stelle il cielo più vicino,

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per proteggerlo contro ogni diavolo ribelle.

8

Non potranno origliare il Supremo Consesso (saranno bersagliati da ogni lato

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e scacciati: avranno il castigo perpetuo)

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eccetto colui che ne afferri un dettaglio , ma lo inseguirà allora un bolide fiammeggiante .

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Chiedi loro se la loro natura è più forte di quella degli altri esseri che Noi abbiamo creato: in verità li creammo di argilla impastata!

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Tu stupisci e loro scherniscono!

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Quando viene loro ricordato [il Monito], non vi badano affatto;

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quando scorgono un segno, se ne prendon beffa

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e dicono: «Questa è evidente magia.

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Quando saremo morti, [ridotti] a polvere e ossa, saremo resuscitati?

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E così [pure] i nostri avi?».

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Di’: «Sì, e sarete umiliati».

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Ci sarà uno squillo, uno solo, ed ecco che vedranno

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e diranno: «Guai a noi! Ecco il Giorno del Giudizio!».

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«È il Giorno della Separazione , che tacciavate di menzogna.»

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«Riunite gli ingiusti e le loro spose e quelli che adoravano

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all’infuori di Allah, e vengano condotti sulla via della Fornace.

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Fermateli, devono essere interrogati.»

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«Perché ora non vi aiutate a vicenda?»

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Ma in quel Giorno vorranno sottomettersi,

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e si rivolgeranno gli uni agli altri interrogandosi .

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Diranno: «Vi presentavate dalla parte destra» .

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Risponderanno: «Voi piuttosto, non eravate credenti:

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non avevamo alcuna autorità su di voi ! Eravate gente ribelle:

31

[perciò] la promessa di Allah si è realizzata contro di noi e ne avremo esperienza .

32

Noi vi abbiamo traviato perché in verità noi stessi eravamo traviati».

33

In quel Giorno saranno accomunati nel castigo .

34

In verità agiamo così con gli iniqui.

35

Quando si diceva loro: «Non c’è dio all’infuori di Allah», si gonfiavano d’orgoglio

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e dicevano: «Dovremmo abbandonare i nostri dèi per un poeta posseduto?».

37

Sì, è venuto con la verità, e ha confermato gli inviati [che lo hanno preceduto] .

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In verità gusterete il castigo doloroso,

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ma non sarete compensati per altro che per quel che avrete fatto;

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eccetto i servi devoti di Allah:

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essi avranno una nota provvigione

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di frutti e saranno colmati di onori

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nei Giardini della Delizia,

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su giacigli rivolti gli uni verso gli altri.

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Girerà tra loro una coppa di [bevanda] sorgiva ,

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chiara e deliziosa da bersi,

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che non produce ubriachezza, né stordimento.

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E accanto a loro ci saranno quelle dagli sguardi casti, dagli occhi grandi,

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simili a uova nascoste .

50

Si rivolgeranno gli uni agli altri, interrogandosi .

51

Uno di loro dirà: «Avevo un compagno

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che [mi] diceva: “Sei uno di quelli che credono?

53

Quando saremo morti, [ridotti a] polvere ed ossa, dovremo rendere conto?”».

54

E dirà: «Volete guardare dall’alto?» .

55

Guarderà dall’alto e vedrà l’altro in mezzo alla Fornace.

56

Pre-Eg. n. Di versetti. Il nome della sura deriva dal vers. In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso. Gli griderà: «Per Allah, davvero stavi per causare la mia rovina!

57

Senza la benevolenza del mio Signore, sarei stato certamente uno dei dannati.

58

Siamo dunque morti

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solo di quella prima morte e non subiremo alcun castigo!» .

60

Davvero questa è la beatitudine immensa.

61

A tal fine agiscano coloro che agiscono.

62

Questa è miglior accoglienza oppure [i frutti del]l’albero di Zaqqùm ?

63

In verità ne abbiamo fatto una prova per gli ingiusti .

64

È un albero che spunta dal fondo della Fornace.

65

I suoi frutti sono come teste di diavoli .

66

Essi ne mangeranno e se ne riempiranno i ventri

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e vi berranno sopra una mistura bollente .

68

E poi ritorneranno verso la Fornace.

69

In verità hanno trovato i loro avi smarriti

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e si sono lanciati sulle loro tracce.

71

E prima di loro, certamente, si smarrirono la maggior parte dei loro avi.

72

Già inviammo presso di loro degli ammonitori.

73

Considera cosa avvenne a quelli che furono ammoniti,

74

eccetto i servi devoti di Allah .

75

Invero Ci invocò Noè e fummo i migliori a rispondergli:

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salvammo lui e la sua famiglia dall’angoscia più grande,

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e facemmo della sua progenie i superstiti.

78

Lasciammo [il ricordo] di lui ai posteri.

79

Pace su Noè nel creato!

80

Compensiamo così coloro che fanno il bene.

81

In verità era uno dei Nostri servi devoti.

82

Annegammo gli altri.

83

In verità Abramo era certamente uno dei suoi seguaci,

84

quando si accostò al suo Signore con cuore puro.

85

Disse a suo padre e al suo popolo: «Cos’è che adorate?

86

Volete, fallacemente, degli dèi all’infuori di Allah?

87

Cosa pensate del Signore dell’universo?».

88

Gettò poi uno sguardo agli astri,

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e disse: «Sono malato» .

90

Gli voltarono le spalle e se ne andarono.

91

Scivolò presso i loro dèi e disse: «Non mangiate dunque ?

92

Che avete, perché non parlate?».

93

Poi li colpì con la mano destra.

94

Accorsero in tutta fretta.

95

Disse: «Adorate ciò che scolpite voi stessi

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mentre è Allah che vi ha creati, voi e ciò che fabbricate?».

97

Risposero: «Costruite un forno e gettatelo nella fornace!».

98

Tramarono contro di lui, ma furono loro gli umiliati.

99

Disse: «In verità vado verso il mio Signore, Egli mi guiderà .

100

Signore, donami un [figlio] devoto».

101

Gli demmo la lieta novella di un figlio magnanimo.

102

Poi, quando raggiunse l’età per accompagnare [suo padre, questi] gli disse: «Figlio mio, mi sono visto in sogno , in procinto di immolarti. Dimmi cosa ne pensi». Rispose: «Padre mio, fai quel che ti è stato ordinato: se Allah vuole, sarò rassegnato» .

103

Quando poi entrambi si sottomisero, e lo ebbe disteso con la fronte a terra,

104

Noi lo chiamammo: «O Abramo,

105

hai realizzato il sogno. Così Noi ricompensiamo quelli che fanno il bene .

106

Questa è davvero una prova evidente».

107

E lo riscattammo con un sacrificio generoso .

108

Perpetuammo il ricordo di lui nei posteri.

109

Pace su Abramo !

110

Così ricompensiamo coloro che fanno il bene.

111

In verità era uno dei nostri servi credenti.

112

E gli demmo la lieta novella di Isacco, profeta tra i buoni.

113

Elargimmo su di lui e su Isacco [la pienezza della benedizione]. Tra i loro discendenti c’è il virtuoso e colui che è palesemente ingiusto nei suoi stessi confronti.

114

Già colmammo di favore Mosè e Aronne,

115

salvammo loro e il loro popolo dall’angoscia più grande,

116

prestammo loro soccorso ed essi ebbero il sopravvento.

117

Demmo ad entrambi la Scrittura esplicita,

118

e li guidammo sulla retta via,

119

perpetuammo il loro ricordo nei posteri.

120

Pace su Mosè e su Aronne!

121

Così ricompensiamo coloro che fanno il bene.

122

Erano entrambi Nostri servi credenti.

123

In verità Elia era uno degli Inviati.

124

Disse al suo popolo: «Non sarete timorati [di Allah]?».

125

Invocherete Baal e trascurerete il Migliore dei creatori:

126

Allah, il vostro Signore e il Signore dei vostri avi più antichi?

127

Lo trattarono da bugiardo. Infine saranno condotti [al castigo],

128

eccetto i servi devoti di Allah .

129

Perpetuammo il ricordo di lui nei posteri.

130

Pace su Elia!

131

Così ricompensiamo coloro che fanno il bene.

132

In verità era uno dei nostri servi credenti.

133

In verità Lot era uno degli inviati:

134

lo salvammo insieme con tutta la sua famiglia,

135

eccetto una vecchia [che fu] tra coloro che restarono indietro,

136

e gli altri li annientammo.

137

Passate su di loro , il mattino

138

e durante la notte. Non capite dunque?

139

In verità Giona era uno degli inviati.

140

Fuggì sulla nave stipata.

141

Quando tirarono a sorte, fu colui che doveva essere gettato [in mare] .

142

Lo inghiottì un pesce, mentre si rammaricava.

143

Se non fosse stato uno di coloro che glorificano Allah,

144

sarebbe rimasto nel suo ventre fino al Giorno della Resurrezione.

145

Lo gettammo sofferente sulla nuda riva

146

e facemmo crescere su di lui una pianta di zucca.

147

Lo inviammo a centomila [uomini], o ancor di più.

148

Credettero e concedemmo loro temporaneo godimento.

149

Poni loro questa domanda: «Il tuo Signore avrebbe figlie e loro figli?» .

150

Abbiamo forse creato angeli femmine ed essi ne furono testimoni?

151

Non è forse vero che, nella loro calunnia, dicono:

152

«Allah ha generato». In verità sono bugiardi!

153

Avrebbe forse preferito le figlie ai figli?

154

Che cosa avete? Come giudicate?

155

Non riflettete?

156

Vi basate su un’autorità incontestabile?

157

Portate la vostra Scrittura, se siete veritieri.

158

Stabiliscono una parentela tra Lui e i dèmoni, ma i dèmoni sanno bene che dovranno comparire .

159

Gloria ad Allah, Egli è ben più alto di quel che Gli attribuiscono!

160

Eccetto i servi devoti di Allah.

161

In verità né voi, né ciò che adorate,

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potreste tentare [nessuno],

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se non chi sarà bruciato nella Fornace.

164

«Non c’è nessuno di noi che non abbia un posto stabilito.

165

In verità siamo schierati in ranghi.

166

In verità siamo noi che glorifichiamo Allah!»

167

Anche se dicevano:

168

«Se avessimo avuto un monito [tramandatoci] dagli antichi,

169

saremmo stati servi sinceri di Allah!».

170

Invece non vi prestarono fede, presto sapranno.

171

Già la Nostra Parola pervenne agli inviati Nostri servi.

172

Saranno loro ad essere soccorsi,

173

e le Nostre schiere avranno il sopravvento.

174

Allontanati da loro per un periodo

175

e osservali: presto vedranno !

176

E il nostro castigo che cercano di sollecitare?

177

Se si abbatte nei loro pressi, ah, che mattino terribile per coloro che sono stati avvertiti!

178

Allontanati da loro per un periodo

179

e osservali: presto vedranno!

180

Gloria al tuo Signore, Signore dell’onnipotenza, ben al di sopra di quel che Gli attribuiscono

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e pace sugli inviati,

182

e lode ad Allah, Signore dei mondi . Secondo i commentatori questa triplice invocazione si riferisce a tre distinte categorie di Angeli: quelli che pregano in ranghi, quelli che respingono gli assalti, quelli che recitano instancabilmente. «il Signore degli Orienti»: a seconda della stagione il sole si leva ogni giorno da un punto diverso, in questo senso viene interpretato il plurale «Orienti». «eccetto colui…»: trad. lett.; si ricollega al «non potranno origliare» del vers. La tradizione fornisce questa spiegazione spirituale del fenomeno delle stelle cadenti. «Una notte, l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) fece osservare una stella cadente ai suoi compagni e chiese loro: “Che cosa dicevate di una stella del genere, all’epoca dell’ignoranza, prima dell’Islam?”. Risposero: “Dicevamo che era il presagio della morte o della nascita di una grande personalità”. “Né l’uno, né l’altro, – disse il Profeta – ecco la spiegazione. Quando Allah (gloria a Lui l’Altissimo) prende una decisione, gli angeli che sostengono il Suo Trono si mettono a rendere gloria al Creatore. Sentendo ciò, gli angeli dei cieli inferiori, fanno la stessa cosa finché l’eco non arriva a questo cielo. In ogni cielo gli angeli si informano a proposito di quello che Allah ha deciso, finché la notizia non giunge al cielo più basso, il nostro. I diavoli cercano di origliare ma sono lapidati dagli angeli che li bersagliano e allora vedete le stelle che li inseguono.”» Può accadere che il diavolo sia colpito immediatamente o che riesca a carpire qualcosa. In tal caso esso si dirige verso uno dei suoi alleati sulla terra e gli rivela quello che ha potuto ascoltare. L’imàn An-Nawawì nel suo II Giardino dei Devoti (cit.) riferisce che Aisha (che Allah sia soddisfatto di lei) trasmise una versione dell’hadith nella quale abbiamo una maggior precisione a proposito degli indovini: «Gli angeli scendono sulle nubi e menzionano l’ordine che è stato decretato in cielo: Satana si mette a origliare, lo ascolta e lo insinua agli indovini e questi ci inventano in mezzo cento menzogne che vengono da loro stessi». Allah (gloria a Lui l’Altissimo) formula la domanda che il Suo Inviato (pace e benedizioni su di lui) deve rivolgere ai miscredenti e tende a dimostrare che tutte le Sue creature, siano essi angeli, uomini o jinn, sono subordinate a Lui, a prescindere dalla materia che Lui (l’Altissimo) ha usato per dar loro forma e sostanza. «il Giorno della Separazione»: «yawmu al-fasl», la separazione, quella definitiva, tra il male e il bene e tra i loro adepti. «Riunite gli ingiusti»: il comando è rivolto agli angeli. «e le loro spose»: sottointendendo: «che sono state ingiuste insieme a loro». Come dire: «Voi che adoravate idoli di ogni genere, ritenendoli intercessori presso Allah, date prova della veridicità della loro funzione se potete». Allah (gloria a Lui l’Altissimo) ci mostra la scena penosa dei miscredenti che cercano di addossarsi vicendevolmente la colpa del loro comportamento e, come in altri passi del Corano, i traviati accusano i traviatori. La destra rappresenta nella cultura e nella lingua araba (e non solo in essa), il lato della ragione, del bene, e sta a significare che spesso per traviare gli uomini vengono usati argomenti apparentemente ineccepibili. Nell’intimo delle sue intenzioni nessuno può essere costretto ad alcunché, pertanto è sempre piena e pregnante la responsabilità di ogni uomo. Allah ci giudicherà per le intenzioni che hanno informato le nostre azioni e quindi non avremo alcun premio per un bene che sarà risultato da circostanze a noi estranee e di cui saremo stati inconsapevoli protagonisti, come non saremo castigati per un male o un’omissione che non è dipesa dalle nostre intenzioni. Disse l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui): «Tutte le azioni sono valutate solo per la “niyya” (l’intenzione). Ognuno non avrà che il valore della niyya delle sue opere». In definitiva non sarà per la realtà contingente dei fatti compiuti che saremo giudicati, questi possono essere molto diversi dalle nostre intenzioni, essi appartengono all’Altissimo (gloria a Lui) e seguono un disegno imperscrutabile, le intenzioni invece ci appartengono e di esse siamo assolutamente responsabili. Tutto ciò non deve assolutamente essere inteso come una diminuzione di responsabilità da parte dell’uomo anzi, l’attenzione costante e puntuale all’intenzione (la «niyya») si traduce, nel credente, in un atteggiamento di lucida presenza a se stesso, teso alla realizzazione del bene e alla prevenzione del male, scevro da ogni fatalismo, pigrizia e indifferenza. «e ne avremo esperienza»: lett. «e gusteremo [il castigo]». «saranno accomunati»: i corrotti e i corruttori. [che lo hanno preceduto]: Tabarì XXIII, «eccetto»: con il valore di «invece», «diversamente sarà per». Alcune traduzioni influenzate dall’esegesi classica (XXIII, hanno parlato di «vino». Il termine «ma‘ìn» si riferisce esattamente ad un liquido (che nel versetto è sottinteso) e che proviene idealmente da una fonte, cioè vivo, fresco e puro. Si tratta delle «hùr», le vergini del Paradiso, creature sulla cui natura tradizionalisti e mistici hanno espresso pareri diversi (vedi anche nota a n, 5). Il paragone con le uova, secondo gli esegeti, indica la bianchezza della loro pelle (simile alle uova di struzzo), e la loro riservatezza (nascoste sotto la sabbia). «interrogandosi»: a proposito del loro passato. Quello che parla è sempre il credente del vers. e si rivolge qui ai suoi compagni di beatitudine invitandoli a guardare al di là della barriera che divide l’Inferno dal Paradiso. Questo versetto e il precedente, ci riferiscono della felicità del credente che si rende conto di aver già sopportato (e superato) la prova a cui il suo Signore (gloria a Lui l’Altissimo) l’ha sottoposto e di non dover subire più nient’altro, mai. «albero di Zaqqùm»: un albero infernale, dai frutti amari e ripugnanti, idealmente contrapposto agli alberi dai frutti benedetti del Paradiso. I miscredenti polemizzarono con l’Inviato di Allah a proposito di quest’albero, argomentando che un albero non può crescere nel fuoco (vedi nota a xvii, 60). In realtà non sappiamo com’è il frutto dell’albero di Zaqqum e neppure come sono le teste dei diavoli. Il paragone che il Corano fa tra queste due realtà infernali è un segno della loro comune estrema negatività. Secondo una tradizione, i dannati avendo fame e sete mangeranno i frutti dell’albero infernale e berranno un liquido fetido, aggiungendo così tormento al tormento. Vedi sopra nota al vers. II Corano ritorna sulla storia di Abramo e ricorda l’espediente di cui si servì per essere lasciato solo e distruggere gli idoli che la sua gente adorava (vedi anche xxi, e le note). «Non mangiate dunque?»: le offerte sacrificali che i pagani ponevano ai piedi degli idoli. Dopo che Allah (gloria a Lui l’Altissimo) lo salvò dal fuoco, Abramo, rendendosi conto dell’irrimediabile miscredenza dei suoi concittadini, emigrò dalla sua terra d’origine, nell’attuale Iraq, verso la Palestina. Per questo è considerato il primo emigrante (muhajir) per la causa di Allah. «mi sono visto in sogno»: Abramo parla di sogno; questa infatti è una delle maniere con cui Allah (gloria a Lui l’Altissimo), comunica con i Suoi profeti. È il momento tragico della prova più grande cui Allah (gloria a Lui l’Altissimo) sottopose Abramo. Il suo primogenito Ismaele, dono annunciato da Allah (vedi vers. sta per essere sacrificato. Anche Ismaele (pace su di lui) è perfettamente conscio che quello che sta avvenendo è volontà imperscrutabile dell’Altissimo (gloria a Lui) ed è serenamente rassegnato alla Sua volontà. La sola intenzione di Abramo di obbedire a quello che Allah (gloria a Lui l’Altissimo) gli aveva imposto inviandogli il sogno dell’immolazione di Ismaele, fu sufficiente a conquistargli il favore di Allah. Allah (gloria a Lui l’Altissimo) ferma la mano di Abramo e sostituisce ad Ismaele un montone di grande valore. Abramo e suo figlio hanno superato la prova cui Allah ha voluto sottoporli. In ricordo di ciò, i musulmani celebrano la «ìd al-adha», la festa del sacrificio, il decimo giorno del mese del pellegrinaggio. In questa occasione ogni famiglia che ne abbia i mezzi sacrifica un montone. «Baal»: questo nome significa «signore» ed era attribuito ad una delle più antiche divinità adorata dai popoli semiti. Era rappresentato con corna di toro o di ariete e gli venivano edificati templi posti sulle alture. Vedi sopra nota al vers. Nel senso di: «calpestate le rovine insabbiate delle loro città». Vedi nota al titolo della Sura di Giona (x). I miscredenti affermavano che gli angeli erano «figlie di dio» (vedi nota a XVI, 57). Insieme e come tutte le altre creature al Giudizio finale. Sono gli angeli a parlare e con il loro dire (verss. 164-confermano la loro natura di creature e adoratori di Allah (gloria a Lui l’Altissimo). Allah (gloria a Lui l’Altissimo) rivolge questo invito al Suo Inviato (pace e benedizioni su di lui). «presto vedranno…»: il tormento che Allah ha preparato per loro. I verss. 180-che concludono la sura hanno grande importanza nella vita comunitaria dei musulmani, sono recitati al termine di ogni loro riunione e concludono talvolta le invocazioni pronunciate al termine del sermone del venerdì. Suonano così: «Subhàna rabbika rabbi al-‘izzati ‘ammâ yaşifûn wa salàmun ‘alâ-l-mursalîn wa-l-hamdu liLlai rab- bi-l-‘âlamîn». Nell’anno poco tempo dopo la conversione all’IsIàm di ‘Umar (vedi sura xx, nota 1), i Quraysh tentarono di convincere l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) ad un compromesso tra il loro culto tradizionale e quello che veniva da lui predicato e che si stava rapidamente diffondendo. Si trattava più che altro di un patto di non aggressione: i musulmani si dovevano impegnare a non disprezzare pubblicamente le divinità degli arabi politeisti e ottenevano in cambio il diritto di esercitare il loro culto e la cessazione delle persecuzioni di cui erano stati fatti oggetto. Abû Tâlib, capo del clan dei Bani Hâshim, zio e protettore del Profeta, cercò di mediare tra i due schieramenti, senza rinnegare il suo politeismo, ma rivendicando al nipote e ai suoi il diritto di professare liberamente la loro religione. L’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) fu inflessibile, non c’erano compromessi possibili sul «tawhìd» (l’unicità di Dio) e ciò doveva essere riconosciuto da tutti quanti. Non ci fu nessun accordo e i capi dei clan Quraysh se ne andarono irritati dal fallimento del loro progetto e meravigliati da tanto ardire. A questo episodio si riferiscono i verss. 4-8.